martedì 24 dicembre 2024

SERA DEL 24 DICEMBRE -

E’ una variabile personale il tempo, il mio tempo diverso dal tuo; in verità non è nemmeno mio, con me scherza, ogni tanto discute…poi mi volta le spalle e se ne va per la sua strada. Così anche questo Natale, l’ennesimo, giunto puntuale per sé ma non per le mie aspettative. Ho dovuto lavorarci sopra nelle ultime ore, mi sono guardato intorno e ho visto il mio identico smarrimento, mascherato meglio però. La luce di cui parlarono i profeti galleggia nel cielo solo per chi sa e vuole vederla, per tantissimi altri è una fiction ben orchestrata. Ho trascorso alcuni Natale al buio ma ho letto a lungo che la Luce esiste essa è, siamo noi a colorarla e a chiamarla coi nomi più svariati: per chi ha fede essa è il soprannaturale che incrocia il cammino dell’uomo, per chi guarda solo alla realtà concreta è un obiettivo di riflessione ed umana solidarietà. Per me, bambino, fu neve e meraviglia, concerti di Natale e mia nonna col naso freddo in Piazza Duomo a Milano. Poi, negli anni, velocemente non fu più nulla, solo il venticinquesimo giorno dell’ultimo mese dell’anno. Ora è quasi silenzio e parole bisbigliate per destare il ragazzino che fui con una dolcezza che avevo scordato. Quanto mi piacerebbe regalarvene un po’…Auguri.

domenica 22 dicembre 2024

UNA LINEA SOTTILISSIMA E TENACE-

Andiamo con ordine, col mio ritmo evidentemente. Il primo incontro con la musica riguarda l’infanzia e il teatro alla Scala: il primo pensiero che in qualche modo costeggiava l’amore fu dedicato ad un giovane primo violino dell’orchestra che suonava il secondo per violino e orchestra di Brahms. Il sentiero è stato molto lungo ed io continuo a percorrerlo: vorrei sinceramente saper fare musica, mi sono accontentato di trasmetterla in radio ma lei è sempre lì intorno ed è per questo che i brani li abbino. Spesso scrivo perché prima ho sentito una musica e ho deciso che era “la musica”. E’ un fatto molto più personale delle righe, è una decisione intima e le parole le vanno appresso. Tutti quelli della mia generazione sono diventati dei macigni, i migliori delle pietre rotolanti e come tali destinati a schiantarsi giù in fondo; rotolando abbiamo attraversato quasi tutto l’attraversabile e di fatto ci siamo allontanati da ogni cosa. Lo dico e la cosa finisce lì perché non ho niente da insegnare e francamente non mi pongo più il problema della consistenza del mio macigno ruvido. Cosa ho fatto negli ultimi 50 anni? Ho ascoltato Dylan per esempio “non hai mai capito che non era una cosa positiva non hai mai lasciato che altre persone si prendessero i calci destinati a te. Eri abituata ad andare a spasso sul cavallo cromato con il tuo diplomatico che portava sulla sua spalla un gatto siamese. Non è difficile scoprire che lui non è dove ha detto che sarebbe stato dopo che ha ottenuto da te tutto ciò che poteva rubarti “. Ma anche i Rolling e i Genesis e poi Faber e i Led Zeppelin. C’erano gli Who e Jimi e i Jefferson Airplane e tutti nostri cantautori. Mi illudo che cantino per me, che mi dicano -ehi stronzo non ti sei stancato di battere su una tastiera? Hai provato a raccontarci, a raccontarti?- Non ne sono sicuro, forse, tra una fuga e l’altra ma senza alcuna autoanalisi ormai, non qui e non adesso. Voi vedete spiragli? Io vedo spazi immensi e spesso vuoti di idee e di musica. Mi accendo una sigaretta e non mi domando più dove ho posato il mio fardello. È probabilmente a causa di ciò che sono insopportabile ma in fondo basta rispedirlo al mittente con la tassa a suo carico. Tu dici che tutto sta dentro l’ultima frase? Accidenti, sono nudo, il tempo si è contratto e poi dilatato e mi ha fregato: c’era una marea di roba lì dentro e adesso si è sparpagliata ovunque e dice a tutti quello che veramente sei: un clochard di lusso, uno di quelli cui si diceva – il tuo fondo schiena è stata una parte molto apprezzata nei suoi tempi migliori, non è vero? Le persone ti hanno chiamata, dicendo “Attenzione bambola, stai per arrivare al tramonto- Sì è vero le musiche le abbino, mi piace ma in fondo non cambia poi nulla e la solitudine resta com’è, scritta o cantata non perde l’abito che le è proprio. Lei sta lì entra e esce da questo spazio o da altri: mi possiede. Certe volte penso che era già accanto a me quella sera di febbraio quando mi sedetti in sala e le luci del grande teatro pian piano di abbassarono per lasciare spazio all’orchestra. Iniziò da lì l’incantamento sottile e perpetuo che ha segnato la mia vita, un piccolo segno o una nota piccola, esitante ma già definita – UNA LINEA SOTTILISSIMA E TENACE--- che divide come un bisturi la mia vita: di qua e di là ma anche sotto e sopra. E’ un gioco maledetto perchè non ha un senso compiuto (non adesso) non ha tempi definiti o prevedibili. Scambia le posizioni, inocula il presente nel passato e ne fa cosa nuova. Le scuse, i giudizi, le poesie, le parole, i segni, le lacrime, i sorrisi i miei amici e i miei sogni, le mie terribili irritazioni e la mia quieta malinconia di sempre, la linea attraversa tutto e se ne frega di me è sempre un passo davanti a me. So esattamente dove andrà a colpire, il mio corpo si sta preparando, non bisogna far altro che vivere.

venerdì 20 dicembre 2024

DIMENTICHIAMO, UN NUOVO MEDIOEVO -

Stiamo vivendo un nuovo medioevo, diverso e non meno oscuro del primo. Le antiche paure e superstizioni sono solo apparentemente scomparse sostituite da immaginari falsi e luminosi; la fede profonda che resse l'umanità agli esordi dell'anno mille è quasi scomparsa nella sua ragione sociale diffusa. I roghi brutali su cui incenerirono i nostri peccati di superbia e di potere si stanno riaccendendo in tutta Europa e sono pericolosi quanto i primi. Nella terra che fu del Cristo e sulla nostra, la croce piantata a difesa e testimonianza di un uomo diverso e figlio del creato, si agitano i demoni della menzogna e della falsa felicità. Noi non educhiamo più i nostri figli all' amore di Dio e del creato: siamo timorosi di uscire dalla grettezza delle nuove tendenze e delle nuove fedi, ci sentiamo ONNIPOTENTI E PADRONI DEL NOSTRO DESTINO. Esso finisce con noi pensiamo, a questa certezza dobbiamo erigere un empio altare su cui sacrificare un millennio di fede e onestà di pensiero. Parliamo continuamente di futuro e, nel mentre, lo stupriamo ad ogni istante del nostro quotidiano. Affermiamo con la nostra vita continuamente che Dio non esiste e non ci rendiamo conto che così non esistiamo neanche noi.

mercoledì 18 dicembre 2024

UN'ALTRA SICILIA -

Signora, ignoravo l’abitudine del barone Cupani che somiglia per certi versi al tentativo di riempire lo spazio vuoto attorno a sè. Il Tomasi ne scrisse nel suo romanzo, descrisse questa netta e per certi versi incomprensibile astrazione dal mondo corrente di coloro che culturalmente appartenevano ad una dimensione esistenziale diversa. Nel ballo a palazzo Ganci l’umanità in trine e frack probabilmente credeva veramente che la loro stagione non potesse finire mai; l’USA air force nel maggio del 43 diede loro una secca e definitiva smentita. Non si sopravvive a se stessi, non è possibile congelare i mille congegni che fanno di tanti particolari una società complessa. Tuttavia per chi seppur brevemente ha conosciuto questo tipo di umanità e cultura è molto difficile non pensare che almeno di essa dovrebbe serbarsi il ricordo intellettuale. Il Lucio Piccolo di Calanovella è l’autore dei ”Canti Barocchi”, Giuseppe Mostro scrisse ” il gattopardo”; non resta solo il ricordo di stranezze e snobistiche scelte a metà strada fra il divertito , l’ironico e il sinceramente voluto, c’è una profonda e amara riflessione sull’esistenza culturale dell’uomo nel suo universo, una trasposizione letteraria assoluta e di gran livello. Per certi versi potrei dire che certi gesti erano solo l’aspetto propedeutico ad una meno risibile considerazione della metafisica umana: la vicenda umana terribile di Raniero Alliata, dei suoi ultimi 20 anni asserragliato nel palazzo cadente assieme alla consorte norvegese (credo) preso dal vortice di convinzioni storiche astratte ma funzionali a un’idea precisa ( essere l’ultimo dei principi del Sacro Romano Impero… una clausura terminata con lui nel 1965) tutto questo non potrebbe avere senso se non in un contesto fuori dai canoni usuali. Raniero fu un entomologo di valore internazionale, visse e morì solo; dei canti barocchi pochissimi conoscono l’esistenza, il principe Salina è l’unico di cui si parli ancora ma credo per pochi anni ancora. C’è una severa lezione in queste esistenze a metà strada tra il vero e l’irreale, qui il sic transit gloria mundi diventa il viatico per una lettura più attenta della poesia del vivere. Ma forse straparlo signora, i suoi ricordi si tendono verso i miei e, assieme, volano via. Non credo vi debba essere più di un leggero rammarico per una saga che è terminata da tempo anche se non c’è nulla di più spettacolare, più appassionante, più artisticamente stimolante di una generazione che si mostra nella sua agonia. Ti prego perdona la mia lunga intromissione…ma mi sono limitato.

lunedì 16 dicembre 2024

UN UOMO -

Un uomo è quello che ha amato: scrive di arte, politica, natura, musica e motori ma in verità scrive sempre e solo della stessa identica cosa: dell’altra metà del cielo. E, mentre scrive e descrive, quell’altra parte si fa beffe di lui e si allontana in un crudele gioco di Tantalo. Fine della corrente, il senso è tornato a passeggiare dove i commenti non lo possono agguantare e le parole restano vuote. La sensazione di fine corsa non si spiega, si sente; eppure c’è qualcosa dentro le mie righe che secondo me non è stato letto. Qualcosa che in mancanza di lettura e comprensione (che non è assuefazione e adeguamento ma solo comprensione) illanguidisce scioccamente dentro. Leggo i vostri testi per esempio e la prima volta non è mai come la seconda o la terza o come quando ci arrivo partendo da lontano…da testi vostri apparentemente distanti secoli. Evidentemente c’è altro, c’è un senso profondo che sfugge al primo incontro, che sta sotto o sopra. Il mio nulla da dire è il reale concreto, la sensazione di una stagione che appare finita a tutti persino a me, ma non basta. E’ finito così il guscio, la tenerezza antica, il sorriso restato a metà, persino il desiderio di scriverlo meglio urge ancora e se ne frega del virtuale e di molte altre cose ancora. A lungo in queste ore ho pensato a quanto tutto sia assolutamente inutile. La scrittura, il blog, le questioni aperte e chiuse, i miei ricordi, le mie continue sconfitte. La mia indole maledetta e il mio bicchiere sempre vuoto per metà. L'istinto di oscurare e mandare ogni cosa a quel paese ritorna ad ondate: devo lottare contro questo cupio dissolvi ma è una lotta impari; prima le parole uscivano più lentamente sulla carta, c’era tutto il tempo di vederle crescere e spalmarsi sul bianco come spose in attesa del principe azzurro. Il mio antico vizio non si confrontava con nessun altro pretendente, mancava lo stimolo perverso del contraddittorio col suo carico di fine annunciata. L’astrazione è parte della mia vita da sempre: è una fuga dagli orrori (anche concettuali) e dalle mediocrità. Vado via, mi allontano e guardo le cose in una prospettiva meno asfittica, in fondo vivo alla stessa maniera o almeno ci provo. Mi distraggo ogni tanto…cambio luogo, scrivo altrove, leggo altrove...

sabato 14 dicembre 2024

BURQA -

Parlare di islam oggi in rete senza il pericolo di uscire ad ogni momento dal seminato concettuale e non finire come sempre nell’infinito refrain del “noi siamo migliori di voi”, sta diventando difficile. Perché semplicemente guardare i fatti e i numeri è difficile da sostenere ed è invece molto più utile, comodo e proficuo appoggiare certe chiamiamole posizioni nei confronti dell’islam. 
Ho scritto varie volte in questi anni che l’islam è il medioevo istituzionalizzato e questo aggettivo fa una differenza profonda con la situazione in occidente. Da noi persistono vergognosamente e si ripetono fatti che vanno contro le leggi dello stato, fatti legati evidentemente a convenzioni sociali e mentali profonde che non hanno ancora fatto breccia in modo totale tra i cittadini; la legge sul delitto d’onore in fondo è stata abrogata da poco (1981) ma adesso quella legge non c’è più…è rimasto diffuso in certi ambienti il senso di proprietà nei confronti della donna è vero ma la legge cui appellarsi non c’è più. E questo non è un fatto da poco, è molto importante invece. La società islamica (diffusa ampiamente in vaste regioni del pianeta) è sovrapposta al dettato religioso, ne è palesemente una fisiologica emanazione; lo dicono i fatti, la storia, i numeri, il fatto che dovunque ci sia una comunità islamica si ripetono sempre le stesse dinamiche. Gli stati islamici sono teocratici signori miei, basta leggere con un minimo d’attenzione le cronache degli ultimi decenni. Gli stati occidentali lottano da secoli contro questo concetto avendo come obiettivo la creazione di una società e di leggi che abbiano alla base il principio opposto: la laicità. Se non si comprende questo concetto qualsiasi discussione è falsata nel fondo. 
Le valutazioni che tendono ad escludere la radice religiosa da certi atteggiamenti significano a mio parere che il lavaggio del cervello e la comodità ideologica che fa riferimento ad un certo trend ormai avviato, hanno ottenuto il loro scopo: l’slam che è molto più semplice e aggressivo ideologicamente, ci sta conquistando e non trova resistenze nemmeno in quelli che, maschi o femmine, dal suo propagarsi ne riceveranno i maggiori danni. A proposito di cose dette pane al pane e vino al vino, a proposito di discussioni stantie e false, a proposito della mia idea che, in quanto mia, difendo con tutto me stesso... Una delle cose che non digerisco della sinistra e delle donne di sinistra è il silenzio complice e prolungato, la mancanza di scandalo adeguato al problema della donna nel mondo islamico. E' una storia per me lunghissima, uno dei motivi che mi hanno convinto da 20 anni a prendere le distanze chiaramente da un certo tipo di ambienti cultural chic. Ma non c'è verso. La situazione dura così da anni e anni: non conta vedere riproposte di tanto in tanto immagini orribili di donne ridotte in schiavitù e uccise come bestie da macello. Oggi spesso da più parti e anche nei blog di tendenza e politicallycorrect il sistema più usato è il silenzio oppure la rispostina già pronta e preconfezionata " anche l'occidente usa e sfrutta le donne". Vedo anche oggi riprodotte sul web e sulla stampa " che conta" le stesse minchiate ipocrite e strumentali: di alcuni argomenti che discendono da concetti fondamentali quali famiglia, diritti uguali uomo-donna, diritto allo studio, laicità dello stato ed altri ancora si parla, sempre a sinistra, con le molle. Quasi si abbia paura di offendere qualcuno, di ostacolare certe strategie di fondo. 
Le femministe, che ai miei 17 anni mi mandavano affanculo dichiarandomi stronzo maschilista per difetto genetico e familiare, non fanno mai nulla per le donne schiave dell'islam, non piantano mai casini infernali nei loro ambiti culturali, non scrivono e non dimostrano mai sui loro blog, nei loro cortei. Le donne di sinistra sono troppo colte e troppo false per parlare fuori dai denti del medioevo importato in Europa assieme al burqa. Però sono anche amanti della musica rock e della libertà sessuale conquistata a fatica negli ultimi decenni: sono certamente e giustamente in prima linea contro quel cancro diffuso nella nostra “bella e luminosa civiltà” che va sotto il nome di femminicidio. Penso che dovrebbero riflettere con maggiore attenzione alle premesse culturali e religiose che sottendono questo fenomeno: senso e diritto al possesso del corpo femminile in esclusiva e sua sottomissione. Non vedete che si affaccia l’Islam e il suo Burqa? Come fate a non vederlo? 
Torniamo alla musica, ai suoni che hanno nutrito la mia adolescenza e i miei ventanni. Cosa hanno colpito i terroristi islamici? Giornali (ma lo facevano anche fascisti e nazisti) e locali pubblici come il Bataclan! Un locale di concerti, sex drugs and r&r: si faceva musica e c’erano ragazzi che amavano quel tipo di musica, la stessa che ho amato io e amo ancora…. ma io sono uno stronzo che non crede alla fratellanza universale per partito preso. I giovani europei che vanno ai concerti rock, rischiano di essere giustiziati; poco male ragazzi vi faranno un funerale laico (ma lo sapete cosa significa il termine?) così non verrete infangati nel ricordo di una religione che ormai sconoscete e ci sarà anche un imam a tenere il discorsetto affermando che queste cose sono riprovevoli e non si fanno. Ma nessuno vi dice che la musica per l’islam è un’espressione demoniaca, la pittura e la scultura anche. Resto uno stronzo. Il novanta per cento della nostra civiltà è in rotta di collisione con l’islam, per un musulmano vivere in occidente da cittadino normale significa ipso facto abiurare alla sua religione; chi si deve adeguare al laicismo sempre più imperante in Occidente? Anche questo è un argomento tabu’. Noi con le ragazze seminude che fanno l’amore quando vogliono e se ne fottono di molte delle cose che a Bagdad sono invece fondamentali? Noi con il rock, la satira, i quadri che rappresentano santi madonne e Dio (Michelangelo docet) siamo tutti da convertire? Ci avete mai pensato? Oppure visto che avete dai sedici in su tra uno spinello una birra (bevete come porci infedeli), una mano sulle tette della ragazza vicina che magari andrete a scoparvi prima del matrimonio, ci avete mai pensato? E non avete nessuna intenzione di pensarci questa è la verità! In fondo dobbiamo continuare a vivere come ci pare….per quanto tempo ancora? Non dobbiamo farci intimorire…ma farci raccontare balle (chiamiamole così) è lecito, ci fa più belli civili e comprensivi. Di tanto in tanto possiamo scrivere articoli pieni di sentimento, in linea col dettato ideologico dominante, post che hanno lo stesso significato della Tour Eiffel illuminata una sera sì e l'altra pure con i colori più vari. Post che ne hanno la stessa efficacia. 
Il web è come al solito una delusione per me. La stessa degli altri media dove pare diventato impossibile usare una logica o un’analisi anche solo elementare nei confronti di alcunché: nella gran parte dei casi riusciamo solo a fare chiacchiere da bar, a manifestare la forte tentazione di mandarci affanculo che risolviamo poi in zuccherosi complimenti alla nostra comune buona civiltà. Mi immalinconisce tutto questo, mi dà molto fastidio che i discorsi sull’islam non dicano mai nulla chiaramente su diritto allo studio, diritto alla salute, libertà di pensare e vestire, uguaglianza sociale e sessuale. Perché il problema è lì, i numeri dicono questo. Una volta potevo capire che l’ignoranza diffusa non permettesse di uscire da certi luoghi comuni ma oggi sentire parlare di islam e sfera femminile in un certo modo da parte di donne che si dicono liberate (anche di scopare con chi dicono loro e trarne un utile economico) o si dicono femministe e autonome, giustamente orgogliose della loro indipendenza, che lottano per un mondo dove il valore enorme della parte femminile del mondo sia riconosciuto nei fatti. Ecco vedere smentito mediocremente tutto questo solo per valutazioni di comodo ideologico o relazionale mi fa veramente incazzare. 
PS: leggo che l’Ikea ha eliminato tutte le immagini di donne dal suo catalogo per i paesi arabi. Coincidenze?

giovedì 12 dicembre 2024

OPINIONI

Questo non è un blog d'opinione, che significato ha questo termine? IO HO UN'OPINIONE, l'ho su molte cose ma non faccio opinione! Non pretendo di farla, me la studio, la vivo e la analizzo. Non la vendo ma la difendo aprioristicamente se essa viene attaccata gratuitamente, l'ideologia di altri non può valere più della mia per partito preso. Avere una opinione, scriverla in rete significa nella gran parte dei casi suicidarsi per contatti e audience; nei blog decenti da un punto di vista letterario l'opinione è UNICA, una dittatura del pensiero che nasce da molto lontano, dalla fine del secondo conflitto mondiale e dalla egemonia ideologica della sinistra che pretese di fondare questo straccio di Repubblica delle banane su una guerra civile. Ma io per fortuna ho superato da tempo l'imbarazzo di dover piacere per forza a qualcuno, di dover cinquettare su testi e concetti falsi e vuoti. Guardatevi attorno...prati immensi pieni di margheritine da cogliere per farne deliziosi mazzi come cadeux alla blogger o la blogger di turno - ma sei bravissimo, quanta poesia. l'umanità dolente, i buoni di qua i cattivi di là, l'elite intellettuale, il nuovo mondo, il nuovo sesso, le donne sempre una spanna più su, i clandestini uber alless, il mondo arabo e gli schifosi occidentali - Un vortice di colori stupendi e voi/noi lì dentro a gorgheggiare l'unico canto che non ci lasci isolati! I prossimi post sono dedicati alle mie opinioni così a scanso di equivoci chi legge sa con chi ha a che fare. E' utile, onesto, per certi versi proficuo ( se ci si confronta con teste pensanti) e soprattutto liberatorio. Da quando scrivo in rete ho contatti speciali con blogger che ritengo abbiano opinioni molto diverse dalle mie se non contrastanti; ho ben capito che esprimere con chiarezza le proprie idee in aperto contrasto con quelle di tendenza nell'ambiente frequentato ti espone a un isolamento mediatico potente e progressivo. Devo francamente confessare due cose: la prima è che chi è in asse con le mie opinioni mediaticamente e culturalmente è spesso una nullità mentre dalla riva opposta ci sono fior di esecutori. La seconda è che non mi importa dell'isolamento io non faccio compravendita di contatti e non sono disponibile a compromessi a qualunque costo. Io sono un uomo libero sarà questo che vi disturba.

martedì 10 dicembre 2024

PILOTA AUTOMATICO -

“La mia infelicità vera è iniziata nel momento in cui ho iniziato a mediare ogni moto “di pancia” attraverso la ragione” – cit NICOLETTA RANALDO. 
 La natura vera e profonda, il nostro istinto “privato”, quello che ci fa uno diverso dall’altro, guida comunque la nostra vita. E’ vero quello che afferma Nico, ad un certo punto del nostro cammino, per la prima volta, iniziamo a mediare: ci sostituiamo al pilota automatico che ci ha portato fino a quel giorno. Non ci fidiamo? Vogliamo altro? Abbiamo bisogno di socialità condivise e misurate? Ognuno ha i suoi motivi e quel punto può riproporsi altre volte lungo il cammino. Io credo che, nonostante i nostri sforzi, andare contro natura, inguainare l’istinto e credere di pilotarlo dove e come vogliamo noi sia solo una menzogna. La nostra vita pian piano comincia a stridere, a imballarsi e a singhiozzare…alla fine è uno schifo che non riconosciamo più come nostro. Questa maledetta ragione e, appresso ad essa, l’autoanalisi e le elucubrazioni conseguenti mi hanno personalmente ridotto ad un fantasma senza colore, un essere che grida a bocca aperta e annega rifiutandosi di nuotare. Da un certo punto in poi non c’è ritorno, almeno non c’è alternativa esistenziale: devi accontentarti, se ce la fai, di scappatoie filosofiche, ectoplasmi del tuo pensiero in forma di deja-vu che fanno più male del presente. Io ho trascorso la mia vita litigando continuamente col mio pilota automatico. Ho anche preso una licenza di volo e l’ho sbandierata come viatico per una rotta sicura e felice mentre il pilota automatico si faceva beffe di me… adesso mi guarda con un ghigno a braccia conserte. L’aereo vola in apparente calma, niente e nessuno sembra poter interferire sul viaggio, ma se guardo fuori dai finestrini di questo Blog il paesaggio è quello di rovine a perdita d’occhio. Anche volendo riaffidare il comando alla parte più libera e selvaggia di me potrei al massimo trovare una piccola radura tra i sassi, atterrarci, accendere un fuoco e guardarmi attorno per scoprire da dove arriverà la fine.

domenica 8 dicembre 2024

OCCIDENTALE -

Occidentale. Stanco di scrivere al vento e di far finta di condividere. Ucciso dalla inutilità di aver studiato e letto per decenni, di aver confrontato fonti diverse. Di aver amato il silenzio dopo la chiusura di un libro. Occidentale del Sud, più vicino alla Grecia che a Berlino conosciute bene entrambi. Da Lampedusa ho lasciato sul confine del mare una lunghissima carezza, l’ultima che mi ricordi di me e di te amore mio. Stanco e guardo a oriente dove sorge ogni giorno la speranza. Occidentale.

venerdì 6 dicembre 2024

CICLI -

Da molti anni a cicli, penso di aver compiuto una lunga traversata: i miei pensieri spettinati e costretti poi ad un educandato severo. Un supplizio! Scrivere è una liberazione, la mia: mi inchioda su un pensiero, mi addensa , finalmente, per un lungo e interminabile attimo è lui il mio padrone assoluto ed io il suo amante totale! Scrivere diventa la mia vita perenne, il senso definitivo che mi assolve dal peccato di fornicare coi giudizi altrui. E’ una mistificazione, ovviamente, un gioco degli specchi; nessuna traversata riesce ad allontanarmi dalla sensazione di colorati deja vù, il web è stracolmo di essi… così dopo aver scritto penso sempre che a queste righe non ne potranno seguire altre, che queste righe siano totali e intoccabili, sintesi perfetta della fine e del nuovo inizio: una clessidra e noi polvere là dentro. Questo mi uccide, questo è appunto l’ombra del silenzio per il quale non c’è descrizione possibile. Qui o altrove le sillabe separate le une dalle altre in una scansione crudele gridano il loro bisogno disperato di tornare alla loro unità originaria: perfetta e unica. Senza sbavature, senza una dimensione temporale definita, le parole e le cose si raggrumano nella realtà, nell' indecifrabile perfezione dell'imperfetto, io lo guardo, lo respiro e lo scrivo. Non è un gesto triste o funereo è un divenire silenzioso che mi sgrava da un compito morale che non amo: in qualche altro posto sarà mattino o notte e qualcuno come me sta già scrivendo un’altra poesia. Altri tratti, altri amori... e a me pare consolante.

mercoledì 4 dicembre 2024

UN NUOVO MEDIOEVO -

Stiamo vivendo un nuovo medioevo, diverso e non meno oscuro del primo. Le antiche paure e superstizioni sono solo apparentemente scomparse sostituite da immaginari falsi e luminosi; la fede profonda che resse l’umanità agli esordi dell’anno mille è quasi scomparsa nella sua ragione sociale diffusa. I roghi brutali su cui incenerirono i nostri peccati di superbia e di potere si stanno riaccendendo in tutta Europa e sono pericolosi quanto i primi. Nella terra che fu del Cristo e sulla nostra, la croce piantata a difesa e testimonianza di un uomo diverso e figlio del creato, si agitano i demoni della menzogna e della falsa felicità. Noi non educhiamo più i nostri figli all’ amore di Dio e del creato: siamo timorosi di uscire dalla grettezza delle nuove tendenze e delle nuove fedi, ci sentiamo onnipotenti e padroni del nostro destino. Esso finisce con noi pensiamo, a questa certezza dobbiamo erigere un empio altare su cui sacrificare un millennio in cui molte altre volte fede e onestà di pensiero sono stati crocefissi. Parliamo continuamente di futuro e, nel mentre, lo stupriamo ad ogni istante del nostro quotidiano. Affermiamo con la nostra vita continuamente che Dio non esiste e non ci rendiamo conto che così non esistiamo neanche noi.

lunedì 2 dicembre 2024

LO STIMOLO, L'IDENTITA' EUROPEA, LA VERTIGINE DELLA CONOSCENZA E LA BELLEZZA -

Cos'è l'allontanamento? E' forse timore, fastidio, nausea? Potrebbe essere scambiato per arroganza intellettuale o sociale ma non è il mio caso. La distanza nasce dalla perdita di punti di riferimento travolti dal vociare diffuso di nuovi totem, nuove voci, nuovi stili, gran parte del mio mondo con le spalle al muro... senza voce. Senza dignità? 
Non sono mai stato un vero blogger, mi manca la cultura della socializzazione leggera e quando leggo le incredibili (a mio parere) sciocchezze diffuse via web sulle centinaia di blog incrociati in questi anni io scappo via. Mi allontano, non riesco a commentare, neanche per dissentire So che è inutile ma so anche che sarebbe il miglior modo di spiegare a certi personaggi che si spacciano per il sale culturale del mondo cos'è la vera cultura e come saziare la sete del sapere. Siamo un continente vecchissimo è vero? Abbiamo attraversato moltri momenti di decadenza ma ne siamo usciti sempre con nuovi stimoli e nuova vita: l'intelletto non muore, la curiosità e la soddisfazione di conoscere restano sottotraccia nei periodi bui per esplodere poi di nuova luce. 
Ho letto cose agghiaccianti su blog di giovani leve delle nuove tendenze, cose che spazzano via con somma indifferenza i segni di una civiltà millenaria come se non si rendessero conto di esistere proprio grazie a quella. Due secoli di cultura europea del Rinascimento sono bastati a rifare il mondo. Duecento anni magici nella cultura europea, quelli che vanno dal Concilio di Firenze negli anni Trenta del Quattrocento al Dialogo dei massimi sistemi di Galileo negli anni Trenta del Seicento. La riscoperta delle opere greche antiche (da Omero a Platone a Ermete Trismegisto) va di pari passo con molte altre scoperte decisive: quella del Nuovo Mondo e delle nuove rotte verso l’Asia attorno all’Africa, quella del nuovo universo da parte di Copernico, Galileo e Keplero, quella della politica effettuale di Machiavelli. Duecento anni, il Rinascimento. La filologia, la medicina. La nuova architettura, la nuova scultura, la nuova pittura, la nuova musica, il nuovo teatro, la nascita dell’opera. I nuovi miti: Faust, Don Giovanni, Don Chisciotte, Amleto. Una data: 1564. E’ l’anno in cui, a 90 anni, il 18 febbraio, muore Michelangelo. Quell’anno, tre giorni prima, il 15 febbraio, nasce Galileo; e nasce, il 26 aprile, Shakespeare. Il quale morirà il 23 aprile del 1616, lo stesso giorno in cui muore Cervantes. Un altro anno, 1533: muore l’Ariosto, nasce Montaigne. Montaigne muore nel 1592 insieme al grande esploratore Pedro Sarmiento de Gamboa. Si può fare questo gioco quasi all’infinito, menzionando anche incontri memorabili: 1580, Montaigne visita Tasso, pazzo furioso e melanconico, al Sant’Anna di Ferrara; 1638, Milton, futuro autore del Paradiso perduto, va a trovare Galileo ad Arcetri. 
A riguardare tutto questo dalle posizioni odierne mi prende una vertigine, non capita mai di parlare in rete dell'identità europea e occidentale da questi capisaldi ma sfruttiamo appieno lo stimolo e proviamo anche solo per un attimo a riflettere sui nomi che abbiamo appena sfiorati e ci si può fare un’idea di ciò che il Rinascimento ha portato all’identità e al canone europei. Il brivido, innanzitutto, dell’orizzonte che si spalanca: il Mundus novus di Vespucci si accosta, qui, ai passi dell’Orlando furioso nei quali Astolfo, sulla luna, vede altre città, altri laghi, altre montagne e Andronico predice l’avvento di nuovi Argonauti; o a quello in cui Tasso vede Colombo come compimento dell’Ulisse dantesco; oppure ai Lusiadi di Camões, che narrano il viaggio di Vasco de Gama verso l’India. Poi, il discorso sull’uomo dall’interno dell’uomo, il pensiero del dubbio e dell’incertezza. I Saggi di Montaigne fanno il paio, in questo campo, con le più celebri meditazioni dei personaggi di Shakespeare, come Amleto. E’ lo spalancarsi della coscienza di sé che guarda al cosmo: "And indeed it goes so heavily with my disposition that this goodly frame, the earth, seems to me a sterile promontory; this most excellent canopy, the air—look you, this brave o’erhanging firmament, this majestical roof fretted with golden fire—why, it appears no other thing to me than a foul and pestilent congregation of vapors. What a piece of work is a man! How noble in reason, how infinite in faculty! In form and moving how express and admirable! In action how like an angel, in apprehension how like a god! The beauty of the world. The paragon of animals. And yet, to me, what is this quintessence of dust?"W. SHAKESPEARE Trad - E invero la mia disposizione è così cupa che questa bella architettura, la terra, mi sembra uno sterile promontorio. Questo stupendo baldacchino, l’aria – guardate –, questo bel firmamento sospeso in alto, questo soffitto maestoso trapunto di fiamme d’oro – ebbene, non mi sembrano che una sporca e pestilenziale congrega di vapori. Che capolavoro è l’uomo, com’è nobile nella ragione, com’è infinito nelle sue facoltà, com’è preciso e ammirevole nella forma e nel movimento, com’è simile a un angelo nell’azione, com’è simile a un dio nell’intendimento: la bellezza del mondo, il paragone degli esseri animati. Eppure che cos’è per me questa quintessenza di polvere? 
Mi allontano perchè quello che ho sempre pensato rimbalza vuoto contro il muro di un'indifferenza diffusa: molti di voi non conoscono la bellezza. Ne scrivono ma non la sentono, non cercano i fili che possano ricondurla all'emozione profonda della vita... quella che provava mia madre ogni volta che entrando in S. Pietro e fermandosi nella seconda navata a destra davanti alla Pietà di Michelangelo le riempiva di lacrime gli occhi. Perchè la bellezza non ha un colore ideologico, la bellezza se hai animo ti attraversa da parte a parte. Mi allontano per conservare le mie lacrime di nascosto e sono sempre più lontano